Il termine cavacecio è tipico del dialetto romano. Chi è nato a Roma conosce probabilmente questa parola come un’espressione comune, quasi non appartenesse al dialetto romano ma alla lingua Italiana.
Per un romano di solito espressioni come “ti porto a cavacecio” “ti prendo a cavacecio” o il più dialettale “Sei alto due formiche a cavacecio” sono abbastanza comuni, parte integrante del linguaggio comune.
Chi non è romano invece potrebbe trovarsi interdetto davanti a espressioni di questo tipo, essendo decisamente meno comuni di tanta altre espressioni tipiche del dialetto o comunque della parlata romana.
Entrambi i gruppi però potrebbero chiedersi perché si dice cavacecio?
Da romani ce lo siamo chiesto anche noi, e come ogni volta ci siamo messi alla ricerca di una spiegazione. Questa volta però i risultati non sono stati particolarmente soddisfacenti.
Il significato
La traduzione dell’espressione “a cavacecio” in lingua Italiana è fondamentalmente “a cavalcioni”, o anche più in generale “sulle spalle”.
Anche cercando su google termini come “posizione cavacecio” si ottengono risultati relatici alla parola cavalcioni, come la definizione di treccani.
In romano a cavacecio è spesso riferito a una persona che porta qualcosa o un’altra persona. “Ti porto a cavacecio”, “E come me lo porto, a cavacecio?”.
La posizione a cavacecio
La posizione a cavacecio nel linguaggio romano è riferito sia alla posizione che si assume stando seduti sulle spalle a cavalcioni del collo di qualcuno, che alla posizione in cui la pancia del portato è a contatto con la schiena del portatore. In questa seconda posizione il portatore solitamente tiene le gambe del portato e il portato cinge il collo o si aggrappa alla spalle del portatore.
Provenienza
Una volta definito correttamente cosa significa cavacecio, possiamo passare a indagare su quale sia la provenienza di questa parola.
Purtroppo qui la ricerca si fa dura, non ci sono infatti online grosse informazioni e riferimenti.
Qualcuno azzarda una provenienza da “a cavalluccio”, “a cavallo di un ciuccio”, espressioni che poi si sarebbero evolute con il tempo in cavacecio. Di nessuna delle definizioni però è possibile risalire a una fonte autorevole che ne possa validare il fondamento.
Testimonianze dell’uso di questa parola si possono trovare ad esempio nel titolo del libro A cavacecio a la filosofia. Poesie in dialetto romano ispirate dagli aforismi di Arthur Schopenhauer.
Conclusioni
Possiamo quindi concludere che la parola cavacecio è parte integrante della parlata romana, ma a quanto pare risalire alle sue origini è piuttosto difficile. Fondamentalmente se ci chiediamo perché si dice a cavacecio, la risposta è che non si sa, si dice e basta!