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Perché in analisi grammaticale

La parola perché, oltre a costituire una parte del titolo del nostro sito, è una parola molto utilizzata nella lingua italiana. La stessa parola può però avere diversi ruoli nell’analisi grammaticale della frase in base al contesto in cui è inclusa. Vediamo alcuni significati più frequenti della parola perché in analisi grammaticale.

Avverbio interrogativo

La parola perché assume il ruolo di avverbio interrogativo in tutti i casi in cui introduce una domanda.

Esempi perché come avverbio interrogativo

Perché non hai messo in ordine?
Perché hai buttato quella cosa?
Perché vai a correre?

Congiunzione subordinante

A differenza del caso precedente, quando la parola perché introduce una interrogativa indiretta è da considerare una congiunzione subordinante e non un avverbio.

Esempi perché come congiunzione subordinante

Non capisco perché tu non abbia messo in ordine.
Non capisco perché tu abbia buttato quella cosa.
Non capisco perché tu vada a correre.

Sostantivo

Quando la parola perché in una frase è usata come sinonimo di “motivo” assume il valore di sostantivo.

Esempi perché come sostantivo

Il perché di questo provvedimento mi è ignoto
Non capisco il perché del tuo comportamento.
Non ne capisco il perché.

Pronome relativo

La parola perché diventa pronome relativo quando assume il significato di “per cui”. Si tratta di un caso meno frequente, ma per quanto sia un po’ più desueto conviene sempre tenerlo a mente quando si fa analisi grammaticale.

Esempi perché come pronome relativo

Non c’è motivo perché tu non debba mettere in ordine.
Non ci sono motivazioni perché tu debba buttare quella cosa.
Dimmi la ragione perché vai a correre.

Per finire vi consigliamo alcuni libri sull’analisi grammaticale:
Il quadernino delle regole di italiano. Con guida all’analisi grammaticale e mappe di sintesi
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